Tappeto Ushak a medaglione, XVII secolo
Manifattura dell’Anatolia occidentale
Breve descrizione dell’intervento
Il tappeto appartiene al prezioso nucleo dei quattrodici tappeti orientali della collezione Franchetti, attualmente divisa tra il percorso espositivo e i depositi di Ca’ d’Oro. Il restauro e le analisi diagnostiche svolte a supporto dell’intervento hanno rappresentato un importante momento conoscitivo per definire meglio le vicende sia conservative che collezionistiche dell’opera, in continuità con l’avvio, da parte del Museo, di una più ampia revisione conservativa del patrimonio tessile della Galleria.
L’intervento di restauro ha coniugato i temi della pulitura e i temi dell’integrazione, consentendo di sperimentare nuove metodologie di restauro guidate sia da un approccio scientifico che dalla volontà di sviluppare nuove prospettive di metodo nel campo poco noto del restauro del tappeto antico.
Inoltre, parallelamente al restauro del manufatto, è stata portata avanti anche un’attenta attività di documentazione e comunicazione, condivisa tra tutti i partner di progetto, con l’obiettivo di raccontare, passaggio dopo passaggio, le diverse fasi dell’intervento e le soluzioni tecniche adottate dalle restauratrici in risposta sia alle urgenze conservative che alle necessità di recupero della straordinaria tavolozza di colori del vello di lana, compromesso dalla presenza di estesi rifacimenti mimetici.
Le attività hanno previsto un’attenta analisi tecnica e materica dell’opera, la documentazione dello stato di conservazione e la mappatura delle numerose integrazioni mimetiche. I professionisti del Centro hanno analizzato filati e tinture e realizzato test di stabilità dei coloranti per determinare le più idonee modalità di pulitura. È stato infatti possibile sottoporre il tappeto ad un approfondito sistema di pulitura chimico-fisica per immersione in soluzione acquosa all’interno di una grande vasca che viene realizzata appositamente al CCR per la pulitura ad umido di grandi manufatti tessili, come tappeti o arazzi.
La metodologia di restauro ha combinato la modalità integrativa (adottata per il completamento delle lacune che interrompevano gravemente l’unità materica e decorativa) e insieme un approccio conservativo orientato al mantenimento delle ritessiture storiche del tappeto che, in uno stato di grave alterazione cromatica e irreversibilmente sbiadite, sono state rese omogenee alle cromie originali attraverso un intervento di adeguamento estetico con ritocco pittorico, previa verifica della ritrattabilità dei materiali per l’intervento.
L’intervento è stato presentato nell’ambito della giornata di studi dedicata al restauro del tappetto antico organizzata a Milano dall’IGIIC il 28 febbraio 2024 (https://www.igiic.org/prodotto/restauro-tappeti-ii-edizione/).