CENTRO CONSERVAZIONE RESTURO La Venaria RealeHome / restauro / Arte contemporanea



Il Centro ha attrezzato un laboratorio per la conservazione e il restauro di opere di arte contemporanea realizzate con materiali non convenzionali e sintetici lavorati, in particolar modo su: poliuretano, acetato di cellulosa, polivinilcloruro (PVC) e dipinti a medium alchidico, acrilico e vinilico.

Il laboratorio si distingue inoltre per le modalità di approccio e le metodologie di intervento elaborate attraverso specifici progetti di ricerca e formazione riguardanti tecniche esecutive artistiche del XX e del XXI secolo.

Lo studio dei materiali, dei processi creativi e delle problematiche conservative ed espositive di opere di arte contemporanea sono tra i temi maggiormente affrontati.

Il laboratorio ha anche costituito competenze grazie alla raccolta, l’archiviazione di dati e le informazioni ottenute dal confronto diretto con artisti, curatori, conservatori, galleristi, collezionisti. Negli anni è intervenuto su opere facenti parte di importanti contesti artistici locali e nazionali, pubblici e privati.

Direttore dei laboratori
Michela Cardinali

Vice direttore dei laboratori
Roberta Genta

Responsabile di area
Paola Buscaglia

Coordinatore
Alessandra Bassi

Restauratori
Sandra Vazquez Perez

Storico dell’arte
Luca Avataneo

CASO STUDIO

Pino Pascali

Meridiana

1968
Milano, Fondazione Prada

[Tesi di laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Torino in convenzione con il CCR]

L’opera di Pino Pascali versava in cattivo stato conservativo. Realizzata con l’impiego di diversi materiali, quali: lana di acciaio, compensato, pvc, colore nitrocellulosico e poliuretano, quest’ultimo in particolare si presentava compromesso e alterato.
Le problematiche conservative erano caratterizzate da degrado intrinseco del materiale con la comparsa di lacune ed estese zone di deadesione dello strato pittorico.
Il restauro ha quindi previsto il consolidamento e il risarcimento della schiuma poliuretanica, la risoluzione delle criticità conservative della lana d’acciaio e l’integrazione cromatica, garantendo così anche la riproposizione estetica dell’opera.

CASO STUDIO

Gaetano Pesce

Nobody’s Perfect Armchair

2005
Collezione privata

La poltrona, in resina poliuretanica elastomerica colorata in pasta con perni in nylon, presentava diffuse e ampie fratture sulla seduta e sullo schienale.
L’intervento ha avuto come obiettivo sia il recupero della stabilità strutturale, sia la rimozione dei depositi superficiali e dei residui di nastro adesivo presenti sulla superficie, nonché il riavvicinamento e la riadesione dei bordi delle fratture. La metodologia d’intervento condotta si è basata sul principio dell’efficacia e della compatibilità con la materia originale, garantendone l’integrità.

CASO STUDIO

Giuseppe Penone

Propagazione

1997
Torino, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAM)

L’opera ha subito un danno antropico durante un’esposizione temporanea.
L’intervento ha previsto il ripristino della planarità superficiale delle lastre in paraffina danneggiate, sulle quali erano presenti avvallamenti e graffi. Inoltre sull’elemento zoomorfo in cristallo sono stati riadesi alcuni frammenti che si erano distaccati. Sono state poi rimosse le stuccature bianche e lisce in gesso, dovute ad un precedente intervento di restauro, che si trovavano su una estremità di un elemento in cristallo.

[In fotografia: dettaglio dell’opera]

CASO STUDIO

Remo Brindisi

Ragazzo

1958
Collezione privata

L’opera, in pessimo stato conservativo, presentava evidenti criticità conservative dovute alla tecnica esecutiva: una stesura di colore alchidico su una tela in fibra di cotone e viscosa e polivinilcloruro (PVC) con preparazione acrilica bianca in titanio e litopone.
I diffusi e ampi sollevamenti della pellicola pittorica sono stati risolti consolidando puntualmente la pittura in corrispondenza dei cretti. I ritocchi pregressi, caratterizzati da stuccature non idonee perché troppo rigide rispetto alle stesure circostanti, avrebbero potuto creare altre tensioni e, molto probabilmente, nuovi sollevamenti. Per tali ragioni sono stati rimossi e riproposti a gesso e colla con imitazione della superficie e, infine, accordati alla resa cromatica.

[In fotografia: dettaglio dell’opera]

CASO STUDIO

Wassilij Kandinskij

Spitz-Rund

1925
Bergamo, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC)

In occasione della mostra Kandinskij, l’armonia preservata. Dietro le quinte del restauro (Mondovì, Museo della Ceramica, 15 novembre 2018- 3 febbraio 2019), l’opera del celebre artista russo è stata studiata nei laboratori del Centro grazie alla collaborazione con il Comune di Bergamo e la GAMeC e il sostegno della Fondazione Casa di Risparmio di Cuneo. Attraverso lo studio multidisciplinare condotto sul dipinto, olio su cartone, si è cercato di fornire un quadro conoscitivo quanto più completo sui materiali e sulla tecnica esecutiva adoperata dall’artista, intervenendo sulla stabilizzazione climatica dell’opera inserita in Travel frame con controllo microclimatico. L’intervento di restauro ha previsto il consolidamento dello strato pittorico notevolmente compromesso da crettature sollevate e la successiva rimozione di uno strato di vernice non originale.

CASO STUDIO

Cy Twombly

Untitled

1961 ca.
Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea (GAM)

Le grandi dimensioni e la particolarità della tecnica esecutiva (dipinto e graffito su tela con olio, acrilici, pastelli a cera e carboncino) hanno comportato una preliminare fase diagnostica, a seguito della quale è stato possibile intervenire sugli strati pittorici crettati e migliorare la funzione strutturale del sistema tela/telaio. Inoltre, sono stati definiti alcuni criteri per consentire al museo di monitorare le condizioni conservative dell’opera sia durante le esposizioni permanenti sia per quelle temporanee.
L’intervento è stato realizzato grazie alla campagna “Restituzioni 2018” di Intesa Sanpaolo.

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