CENTRO CONSERVAZIONE RESTURO La Venaria RealeHome / restauro / Sculture lignee



Le attività di laboratorio si concentrano su progetti di studio e ricerca, collaborando con le attività didattiche e utilizzando tecniche di pulitura con strumentazione LASER.

Negli anni, ci sono state collaborazioni con il territorio e con le aree terremotate dell’Umbria, lavorando su sculture devozionali tardomedievali e rinascimentali.

Una specializzazione del laboratorio è lo studio e la conservazione dei manufatti lignei policromi egiziani. Grazie al progetto internazionale Vatican Coffin Project, il Centro ha sviluppato competenze sulle tecniche e sui materiali di diversi tipi di sarcofagi e ha creato linee guida specifiche per gli interventi di conservazione.

Direttore dei laboratori
Michela Cardinali

Vice direttore dei laboratori
Roberta Genta

Responsabile e Coordinatore
Paola Buscaglia

Referente tecnico applicazioni laser
Francesca Zenucchini

Storico dell’arte
Paola Manchinu

CASE HISTORIES

Particolare di mani che puliscono un sarcofago

Sarcofagi lignei policromi

Epoca Tarda (740-655 a.C.)

Torino, Museo Egizio

Nell’ambito della collaborazione con il Museo Egizio, particolare attenzione è stata dedicata allo studio e al trattamento degli strati di finitura superficiale di un gruppo di 4 coperchi di sarcofago di XXV-XXVI dinastia provenienti dalle tombe Ramessidi (Valle delle Regine, Luxor), che appartengono a 3 generazioni della medesima famiglia.

Il caso di studio è stato significativo sia tecnicamente sia in termini di comprensione delle alterazioni dei materiali, avendo riscontrato evidenze di esposizione a calore elevato, e ha permesso di verificare l’efficacia della combinazione di tecnologia LASER e metodi chimici per la pulitura dei manufatti. E’ in fase di sviluppo un percorso di ricerca con l’obiettivo di svelare aspetti tecnici e tecnologici della produzione di questi sarcofagi e soprattutto delle finiture rosse riscontrate.

CASE HISTORIES

Una statua in legno di Budda durante il restauro

Opere di arte buddista

XV-XVIII secolo

Biella, Collezione Alberti La Marmora

Le culture visive e materiali buddiste sono spesso comprese in relazione alla loro circolazione dall’India al resto dell’Asia, mentre poca attenzione è stata prestata alla comprensione della loro migrazione verso ovest, sebbene vi siano numerosi esempi conservati in collezioni pubbliche e private.

La maggior parte dei manufatti, provenienti da diversi contesti geografici e culturali dell’Asia, ha viaggiato in Europa negli ultimi secoli come merce di scambio e nell’ambito del mercato dell’arte, venendo così completamente decontestualizzata e perdendo ogni valore devozionale a favore di quelli estetici, spesso adattati a gusto occidentale per attirare i collezionisti.

L’intervento conservativo ha mantenuto come filo conduttore la volontà di restituire una conoscenza quanto più puntuale dei manufatti, prevedendo per questo una campagna diagnostica particolarmente approfondita. Il progetto, sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Torino per la realizzazione di un gemello digitale e con il Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino per le analisi tomografiche digitali, è da considerarsi work in progress e prevede una progressiva integrazione dei risultati.

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