Il progetto nasce da un caso di studio particolarmente significativo per il tema della conservazione dei dipinti su due lati: uno stendardo processionale gravemente danneggiato dipinto fronte e retro da Giulio Cesare Procaccini tra il 1615 e il 1620.
 

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L’opera misura 230 x 220 cm; originariamente realizzato per gli Oblati di S. Ambrogio e Carlo di Milano, nel 1805 entra nelle collezioni della Pinacoteca di Brera dove è stato esposto fino al 1850 circa e successivamente collocato in deposito a causa delle sue compromesse condizioni di conservazione.

Dal punto di vista tecnico, l’opera presenta le caratteristiche di un tradizionale dipinto a olio su supporto tessile in lino, con strati preparatori e pittorici su entrambi i lati. Ha subito almeno due interventi nel passato, l’ultimo dei quali negli anni ’80 del ‘900 a cura del restauratore Franco Rigamonti. Entrambi gli interventi hanno previsto operazioni di tipo strutturale come il risarcimento delle lacerazioni e l’applicazione di inserti in corrispondenza delle vaste lacune. Inoltre, durante l’ultimo restauro, Rigamonti ha applicato su un lato (fronte) una foderatura trasparente usando una tela di seta con un adesivo a base di PVAc (probabilmente Mowilith) e ha tensionato l’opera su un telaio in alluminio con molle angolari.

I precedenti interventi non hanno risolto i problemi conservativi dello stendardo e, in particolare, l’inserimento nel telaio metallico ha provocato fenomeni di degrado molto evidenti. 

                           transill         uv                                                                                                                                                                                           Foto in transilluminazione e UV del retro

Il principale problema conservativo è la frammentazione del supporto causata dalla presenza di quasi 170 fessurazioni. Le cause sono da ricercare nella funzione d’uso storica del manufatto, nel degrado delle fibre tessili e nel sovratensionamento del dipinto. Gli adesivi usati nel passato non sono più idonei e mostrano perdite di adesione e coesione. La tela originale presenta anche alcune deformazioni e un’eccessiva rigidità e fragilità causate dalla presenza di materiali non originali sulla superficie pittorica.

Le peculiarità dello stendardo, l’essere dipinto su entrambi i lati e il suo compromesso stato di conservazione, richiedono una valutazione specifica dei metodi e dei materiali più idonei per il restauro. Inoltre, la necessità di esporre e conservare l’opera in modo corretto – in verticale e in modo che sia visibile su entrambi i lati – e la volontà di evitare una nuova foderatura, richiedono uno studio approfondito delle proprietà meccaniche dei materiali da usare per il risarcimento delle lacerazioni.