Il laboratorio dedicato ai dipinti su tela è stato progettato per accogliere e lavorare su opere di grande formato e ha avviato la sua attività con gli interventi sulle tele seicentesche destinate all’allestimento della Reggia di Venaria. In questi anni ha arricchito le proprie esperienze e competenze su opere di grandi Maestri: Palma il Giovane, Tintoretto, Veronese, Bassano, Giulio Cesare Procaccini, sono solo alcuni dei casi di studio più importanti. Numerosi sono anche gli interventi su nuclei di opere assimilabili per tipologia o provenienza collezionistica, oggi appartenenti alle residenze sabaude o a importanti musei italiani: si possono citare alcuni capolavori della Galleria Sabauda di Torino, l’antica quadreria dell’Oratorio della Compagnia di San Paolo, i ritratti dinastici del Castello di Racconigi e opere importanti della Pinacoteca di Brera e dei Musei Civici di Padova (Romanino, Palma il Giovane, Tintoretto) che hanno permesso al Laboratorio di studiare approfonditamente i maestri della pittura veneta di Cinque e Seicento.
Gli ambiti principali di specializzazione sono:
In linea con l’approccio che accomuna tutti i settori del Centro, il Laboratorio promuove una metodologia interdisciplinare che si avvale di competenze specialistiche storico-artistiche, scientifiche e tecniche. I principi generali su cui si basa l’attività di restauro sono:
Lo staff del Laboratorio ha inoltre sviluppato negli anni competenze specifiche in tema di conservazione preventiva ed è costantemente impegnato nella manutenzione ordinaria e straordinaria delle Residenze sabaude e nell’allestimento di mostre temporanee con condition reporting.
Sulla base del confronto con altre opere del pittore, l’attribuzione a Giovanni Battista Beinaschi è stata avanzata da Rossana Vitiello, funzionario storico dell’arte che ha diretto i primi interventi di restauro, e proposta nel 2010 in occasione della mostra Memorie del Sacro nelle collezioni del Castello di Racconigi.
A causa delle sue «condizioni di deperimento», nel 1923 il quadro viene inserito nell’elenco dei beni da scartare conservati al Castello di Moncalieri, dove si trovava sicuramente dall’inizio del secolo; tra gli anni trenta e quaranta del Novecento entra nelle raccolte del Castello di Racconigi. Il restauro condotto dal Centro ha previsto una prima fase di studio e intervento nell'ambito dell'attività didattica del Corso di Laurea; grazie alla collaborazione tra la Direzione regionale Musei Piemonte e il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude è stato possibile completare il recupero dell'opera e della sua leggibilità figurativa.
L’opera è una replica fedele della tela di analogo soggetto oggi al Musée des Beaux Arts di Nancy, dipinta da Pietro da Cortona negli anni cinquanta del Seicento su commissione di Louis Phélypeaux de La Vrillière per l’Hôtel de Toulouse a Parigi.
Il dipinto è la più piccola delle tre versioni attualmente note del quadro di Nancy: le altre due sono alla Royal Collection di Hampton Court e al Ringling Museum di Sarasota. Dopo un passaggio documentato nelle collezioni del Castello di Moncalieri, il dipinto arriva al Castello di Racconigi tra gli anni trenta e quaranta del Novecento. Il restauro condotto dal Centro ha previsto una prima fase di studio e intervento nell'ambito dell'attività didattica del Corso di Laurea; grazie alla collaborazione tra la Direzione regionale Musei Piemonte e il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude è stato possibile completare il recupero dell'opera e della sua leggibilità figurativa.
L’impegnativo intervento sull’imponente dipinto su tela raffigurante la Celebrazione della battaglia di Lepanto di Palma il Giovane, proveniente da Villa San Remigio a Verbania, ha previsto la collaborazione di diversi Enti ed è stato condotto grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (nell’ambito del Bando “Cantieri diffusi” 2018), del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, del Comune di Verbania e dei fondi del 5 per mille del Ministero dei beni e delle attività culturali.
Ha rappresentato un caso di studio molto significativo per sviluppare metodi e materiali di intervento nella conservazione delle tele di grandi dimensioni e per arricchire le conoscenze sulla tecnica artistica dei maestri veneti del XVI e XVII secolo.
Le grandi dimensioni dell’opera, circa 40 metri quadri di superficie pittorica, e la complessità del suo restauro sono stati un’occasione straordinaria di lavoro per il laboratorio di tele: oltre ai 9 restauratori del Centro, l’intervento ha coinvolto 4 ex allievi del Corso di Laurea. L’opera infatti è stata preliminarmente studiata e il restauro avviato con 2 tesi di laurea che hanno affrontato principalmente i problemi legati al supporto e alla metodologia di pulitura.
Il dipinto era stato rimosso d’urgenza dalla controfacciata della chiesa genovese perché si era verificato un pericoloso distacco della tela di foderatura: è arrivato al Centro nel 2014 e ha lasciato i laboratori a fine 2017 per essere esposto alla mostra delle Galleria d’Italia di Milano “L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri”.